Il Presepe di San Romano, Pisa

Presepe San Romano Pisa
6,9 min readPublished On: 19 Dicembre, 2022

I nostri passi oggi ci portano a visitare uno dei più bei Presepi della Toscana, incastonato nel bellissimo chiostro del Santuario francescano della Madonna di San Romano, in provincia di Pisa.

Il viaggio odierno è dedicato a tutti coloro che sentono di vivere ancora la spiritualità e la magia misteriosa che da sempre accompagna la rievocazione dell‘evento suggestivo della nascita di Gesù e l’adorazione dei Re Magi.

Si tratta di un Presepe grandioso, di circa 300 mq, che valorizza la bravura e l’ingegno di uomini dediti ad un’opera di volontariato, i quali ne hanno condotta la realizzazione, con scenografie paesaggistiche accurate e spettacolari, con le molteplici automazioni che rendono “vivo” tutto l’insieme, assieme agli effetti delle luci, ai giochi d’acqua corrente ed alla disposizione dei personaggi e degli animali, quale magnifico esempio di devozione e di Arte Popolare.

Origini del Presepe

Il Presepe è nato in Italia, precisamente a Greccio in provincia di Rieti, dalla volontà di San Francesco nel voler far rivivere il momento della scesa sulla Terra di Gesù, perché lui stesso diceva che il Natale è la festa più bella dell’anno, in quanto “il figlio di Dio cominciava a nutrirsi del latte di una donna”.

Secondo alcune testimonianze dei seguaci del Santo, il primo Presepe della Storia ebbe pertanto origine in una grotta sul monte che sovrasta Greccio nel 1233, quindi in pieno Medioevo, e fu realizzato con la partecipazione attiva dei frati compagni del Santo a cui si unirono le famiglie contadine della zona.
Si trattò infatti di un Presepe vivente ed oggi se ne contano a migliaia fra l’Italia ed il resto del Mondo cristiano.

Il Presepe e l’arte popolare

Ciascun Presepe mostra le stimmate del proprio luogo di origine, con le persone locali ed i vestiti della propria tradizione, ma tutti quanti con lo stesso comune denominatore, ovvero ricordare la nascita di Gesù nella “regale povertà” come intendeva San Francesco.

Se tantissimi sono i Presepi viventi sparsi nel Mondo, ancora molti di più sono quelli realizzati con i personaggi in terracotta dipinti, dei quali alcuni sono pregevoli esempi di alto artigianato prettamente italiano.

Esistono anche alcune rappresentazioni costituite da soggetti di grande valore artistico, basti pensare alle antichissime sculture in legno dipinto in cui si ammira il susseguirsi degli stili nei secoli passati, od alle preziose ceramiche di Capodimonte, caposcuola dell’artigianato devozionale napoletano.

Il Presepe di San Romano 

Di sicuro il Presepe di San Romano è davvero spettacolare e ricco di emozionanti sorprese. Le dimensioni imponenti, come sottolineato prima, certamente aiutano ad elaborare scene e paesaggi suggestivi, che si posano sopra questa struttura ad anello che occupa tutta l’ampiezza del chiostro quadrangolare del convento, per una larghezza iniziale di circa 2 metri, salvo ampliarsi successivamente ed occupare una larga parte della superficie del chiostro.

 

Presepe San Romano Pisa

Per realizzare l’opera, servono mesi e mesi di lavoro. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere quattro dei volontari che con la loro maestria ed il loro spirito, sono riusciti a realizzare questo capolavoro, e li vogliamo ringraziare ricordandoli: sono i sigg. Mauro, Rino, Angelo e Pasquale i quali, oltre che essere persone apprezzabili per la loro capacità creativa, sono stati con noi estremamente cortesi e disponibili ad offrirci i loro “segreti” operativi. Ci hanno trasmesso il loro entusiasmo e la loro soddisfazione nell’aver compiuto questa magnifica ed imponente opera.

Come detto prima, c’è un grosso lavoro di progettazione paesaggistica per la realizzazione dei due scenari di questo Presepe. Ciascun paesaggio occupa due lati del perimetro del chiostro, il primo scenario vuole ricalcare un paesaggio toscano campestre in epoca medievale, mentre il secondo è un immenso paesaggio palestinese.

Una volta concordato il progetto, questi volontari hanno installato tutto l’impianto elettrico per le luci e per le innumerevoli automazioni; ed anche l’impianto idraulico per creare i laghi, i ruscelli e le cascate.

Successivamente sono state posate le basi di appoggio sulle quali hanno collocato i “gusci” in vetroresina, cartapesta ed altri materiali, che compongono il paesaggio. Per creare queste scenografie, ci è stato detto che ci sono voluti due mesi interi di lavoro full-immersion, più quasi un anno intero per modificare e riparare i gusci dell’anno precedente, o realizzarne di nuovi.

Tutto per la gioia degli oltre 20.000 visitatori che ogni anno arrivano qui a San Romano da ogni parte della Toscana e dell’Italia.

L’ultima parte è sicuramente la più emozionante: i paesaggi vanno completati e per fare ciò vengono usati prevalentemente materiali della Natura, raccolti nei luoghi limitrofi.

Muschio, sabbia, graniglia, spuntature di abeti e cipressi, pietre, tronchetti e rametti secchi, utilizzati nelle forme più svariate, completano la formazione paesaggistica, prima della posa delle casette e dei laboratori artigiani tipici della tradizione medievale toscana. E’ la volta delle automazioni, dislocate con cura meticolosa, che creano i punti strategici di maggior interesse.

Una volta controllate le luci, le automazioni ed i giochi d’acqua, si passa alla posa degli animali e dei personaggi.

Scalpellini, taglialegna, ciabattini, bottai, panettieri, norcini, falegnami, conciatori, cardatori e tanti altri fanno compagnia a pescatori, osti e vivandieri, vinai, fornai, carrettieri… che formano l’esercito delle automazioni.
Addirittura pecore e mucche sono state automatizzate nei loro movimenti di reclinare il capo per brucare l’erba.

Dopodichè compaiono tutte le altre figure del Presepe, dalle più grandi davanti alle più piccole dietro, per creare un effetto prospettico che aumenta il senso realistico di tutta la scenografia. L’emozione di questo Presepe oltretutto è valorizzata da un gioco di luci che permette di passare dalla notte al giorno, quanto mai raro e complicato da realizzare, in cui le ombre dei personaggi creano suggestioni diverse nelle varie ore del giorno e della notte.

Al limitare del primo percorso, si innalza una montagna, per erigere la quale, i sapienti realizzatori hanno deciso di sostenerla alla struttura a pilastri ed architrave del pozzo. Tutto questo per creare la suggestione della grotta, nella quale si può comodamente entrare per ammirare la Natività ed i Re Magi, con altre figure del Presepe, alcune antiche, in legno, di assoluto valore artistico e davvero molto molto belle e suggestive.

Non vogliamo aggiungere altro a questa spettacolare realizzazione, perché ogni nostra parola potrebbe essere limitativa nell’esprimere le emozioni che si provano ad ammirare la Grotta della Natività, infatti esortiamo i vostri passi a raggiungere San Romano ed ammirare coi vostri occhi – ed il vostro cuore – questo magnifico esempio di arte popolare.

Uscendo dalla grotta, alla nostra sinistra si apre uno scenario altrettanto spettacolare, ovvero un paesaggio immenso che riproduce i territori palestinesi. Bianche colline rocciose, aree desertiche inframmezzate da qualche cespuglio e da qualche palma, rendono perfettamente l’idea di ammirare i territori della cosiddetta Terra di Canaan.

Case addossate le une alle altre formano la città di Betlemme, circondata dalle mura e vigilata alle sue porte dai molti legionari romani presenti dappertutto.

Si respira proprio l’aria della ribellione soffocata e il controllo esasperato delle guarnigioni degli invasori romani; la tensione trasuda quasi in questa ricostruzione, scorre fra le bianche abitazioni locali e scivola sulle tende e sui tessuti colorati, permeando i personaggi di quest’aura di inquietudine e di attesa, come una bomba innescata e pronta ad esplodere.

Certo, sappiamo che le cose andarono proprio così e che tentativi di ribellione vennero soffocati dal potere politico e militare degli invasori, per cui la bellezza della scenografia che stiamo osservando rimanda senza dubbio alle vicende reali di quel periodo, esaltando il grande merito degli ideatori e di ciò che sono riusciti con sapienza a trasmettere.

Il Presepe si “allontana” successivamente verso il deserto che si espande a ridosso della città, mentre ci avviciniamo all’uscita del chiostro; accampamenti di legionari dalle tende color porpora delimitano ancora la zona di controllo romano.

Più in là carovane di cammelli e dromedari attraversano le gialle dune desertiche, incontrando ogni tanto qualche oasi e qualche affioramento roccioso, all’ombra del quale ci godiamo della vista degli accampamenti dei giudei e dei beduini, che sotto le loro tende coloratissime si ristorano.

Presepe San Romano, Pisa

E qui termina l’incredibile viaggio verso la Grotta della Natività ed a noi non resta che ringraziare gli ideatori ed i realizzatori che, da esattamente 100 anni quest’anno, ci hanno regalato sensazioni così vive ed emozionanti per contemplare ed onorare la Natività di Gesù.

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