Galleria dei Minerali nel Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa

Riprendiamo la visita al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa con la Galleria dei Minerali, custodita qui nella solenne Certosa di Calci. Varchiamo una soglia, che non è solamente quella di una porta, ma capiremo tra poco che essa è come un passaggio per entrare dentro un mondo passato, come viaggiare dentro un percorso storico antichissimo, fatto di sostanze gassose, di metalli e di pietra.
Ovvero è come fare un salto molto all’indietro nel tempo, proprio alla creazione dell’Universo, alla formazione di stelle e pianeti tra i quali è sorta anche la nostra amata Terra.
La nascita dell’Universo
Salutiamo con rispetto il busto marmoreo di uno degli artefici del Museo e, salendo una rampa di gradini in pietra consumati dai secoli, ci affacciamo in un vasto salone al piano primo coi pavimenti in cotto e soffitto con archi e capriate in legno.
Alla nostra sinistra troneggia un gigantesco pannello luminoso in cui da un lato è descritta la nascita dell’Universo secondo la Scienza, dall’altro lato la formazione delle stelle e dei pianeti con l’immagine del nostro Sistema Solare, facente parte della nostra Galassia, che da quasi tutte le popolazioni occidentali viene denominata la Via Lattea.

Babilonesi (i fondatori dell’Astronomia), Fenici ed Egizi dettero altre denominazioni a quella striscia di luce così intensa emanata da miriadi di stelle, ma dai Greci questa denominazione giunse fino al pisano Galileo Galilei, il quale, col suo cannocchiale, fu il primo a valutare teoricamente una sorta di forma e di dimensione al nostro ammasso di stelle. Infatti fu proprio lui stesso, assieme ad altri scienziati e filosofi, a mantenere il nome di Via Lattea, che è rimasto tale sino ad oggi.
Ritornando al presente, è da ritenersi molto interessante la parte descrittiva di questo enorme pannello sul quale ci eravamo lasciati rapire dai ricordi scolastici, perché oltretutto è di facile comprensione anche per chi, come noi, non ha molta dimestichezza con
la materia Astrofisica.
Sbalorditivo come sempre comprendere che tutto l’Universo si è costituito dal… nulla. Almeno questo è il nostro livello di conoscenza al giorno d’oggi, resta molto difficile decifrare ed interpretare questo assioma, tanto da lasciare in noi stupore misto a curiosità.
Tuttavia, prima di proseguire la nostra visita, è bene ricordare che l’origine di quello che oggi è chiamato Museo di Storia Naturale, si deve a Ferdinando I dé Medici, che verso la fine del 1500 creò una camera delle meraviglie, come veniva chiamata allora e come era in uso in certe corti, ovvero una galleria nella quale trovavano visibilità dei reperti naturali perlopiù di animali bizzarri con rarissime caratteristiche, almeno per quei tempi.
Il Granduca dispose che l’abbondanza delle varie collezioni naturalistiche fiorentine fossero portate nella galleria e nell’anno seguente con una bolla ne ufficializzò l’istituzione, fondando così uno dei primi musei al mondo. Che nei suoi quasi 500 anni di vita si è espanso a dismisura, divenendo una vera e propria eccellenza nel contesto museale mondiale, così come lo ammiriamo oggi.
La Collezione Storica di Meteoriti
Riprendiamo il cammino dopo aver ammirato il pannello dell’Universo e ci tuffiamo in un altro mondo meraviglioso ed altrettanto misterioso, ovvero quello dei Meteoriti. C’è una vasta collezione di Meteoriti nelle teche esposte, frammenti spaziali caduti sulla terra provenienti da masse stellari diverse dall’interno della Via Lattea, caduti in diverse parti del mondo ed in tempi diversi.


Ciascun frammento è completo della propria scheda identificativa, in cui si legge la provenienza del ritrovamento, la massa, la sua densità, la composizione chimica dei vari minerali di cui è costituita e, per i frammenti più grossi anche le dimensioni dell’eventuale cratere formatosi nell’impatto con la superficie terrestre.
Il bianco candido delle pareti del salone contrasta con le numerose teche contenenti reperti minerari provenienti da tutte le aree del mondo, con una netta predominanza dei minerali della Toscana, soprattutto di quelli estratti nelle Colline Metallifere.


Rame, Argento, Ematite, Quarzi di tutti i generi e forme, la Pirite dalle forme poligonali, Calcopirite (composto da rame, ferro e zolfo), Allume, Blenda (da cui si ottiene lo zinco), Galena argentifera ed Oro, sono solo alcuni dei minerali rappresentati in queste teche.
Un settore a parte è dedicato allo Zolfo, materiale importantissimo in Italia, estratto in diverse zone del Paese, ricordando soprattutto le tante solfatare siciliane ed i reportage drammatici ad esse collegate. In altre teche sono esposti strumenti per l’identificazione chimica e fisica e la classificazione dei minerali, alcuni strumenti addirittura risalenti al 1800.











Restano impressi nella mente soprattutto i riflessi iridati e le forme di certi minerali, alcuni sorprendono proprio per le loro forme, certe volte bizzarre, altre volte affascinanti, che riportano l’immaginazione di un mondo ancestrale, primordiale.
Essi sono i superbi rappresentanti di un pianeta Terra che era appena sorto grazie al calore incandescente ed alle eccezionali compressioni della crosta terrestre che si stava ancora formando, ma che da lì a poco avrebbe visto svilupparsi gli oceani e riprodursi le prime forme di vita vegetali e poi animali.
Il cammino dell’Evoluzione
Partendo da questa ultima asserzione, il percorso al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa si snoda proprio verso la nascita della vita sulla Terra, trascinando il visitatore a ripercorrere il cammino dell’evoluzione.
Si ridiscende dal locale dei minerali e si entra in un’altra fantastica area della Certosa, l’indicazione della direzione da seguire ci porta davanti ad un portone, e varcandolo ci si affaccia in un altro mondo, fatto di reperti fossili di primordiali piante ed insetti dell’area pisana.
Questi fossili raccontano come si è evoluta la vita in queste zone, la nascita di sempre nuove specie ed il tratto distintivo che accomuna questi luoghi con le altre parti del mondo, ovvero dalle primordiali strutture monocellulari alle cellule composte, dalle prime forme vegetali alle prime forme animali marine, molluschi, poi pesci, poi divenuti anfibi, poi rettili, uccelli, mammiferi, Uomo….
Ci aprono idealmente la porta due enormi zanne di Mammuth veramente impressionanti per dimensioni, sul lato opposto giganteggia lo scheletro completo di un altro pachiderma preistorico e dietro le zanne si staglia la mole altissima di uno scheletro di giraffa, forse collocato qui solo per una questione di altezza. Infatti non abbiamo notato altri locali con un’altezza elevata come questo.
Anche la struttura ossea degli animali, soprattutto vertebrati, è di notevole importanza scientifica, ed è per questo motivo che vengono esposti gli scheletri di quegli animali particolarmente evoluti.

Il percorso ora ci porta ad attraversare delle stupende ricostruzioni paesaggistiche preistoriche, alcune sottomarine (ricordiamo che in diverse ere geologiche l’Italia era quasi del tutto sommersa), altre terrestri, ciascuna corredata dei vegetali specifici di allora e delle forme animali viventi in quei periodi dei quali fanno riferimento gli allestimenti.
Tutti questi allestimenti sono molto ben curati ed interessanti, accompagnati in un cammino progressivo che ci porta sino all’ultimo stadio preistorico e valorizzato da giochi di luce e di suoni.


Qui finisce la seconda parte del nostro affascinante percorso all’interno del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ma nuove ed entusiasmanti sorprese ci attendono nella terza parte, con la scoperta delle meravigliose creature animali, marine e terrestri, che popolano il nostro pianeta.
Per maggiori informazioni su orari, tariffe ed esposizioni puoi visitare il sito ufficiale del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa cliccando questo link.