Museo di Storia Naturale a Calci, Pisa – Il cammino dell’evoluzione

Museo di Storia Naturale, Calci - Pisa
12,8 min readPublished On: 5 Aprile, 2023

Come promesso i nostri passi ci riportano all’interno di altri locali della imponente Certosa per ammirare successive esposizioni del Museo di Storia Naturale a Calci di Pisa, legate all’evoluzione della vita sulla Terra.

Galleria delle ere geologiche

Secondo le teorie scientifiche e naturalistiche, dalle prime forme di vita tutte provenienti dal mare come i coralli ed alle attinie ed anemoni, che preferirono la staticità al moto, ci furono i vermiformi che si sono evoluti in forme viventi più elaborate e specializzate come i molluschi ed i pesci. Questi escogitarono complessi sistemi di ossigenazione durante il moto per favorire la loro respirazione, formando le branchie.

Si crearono quindi la possibilità di ottenere ossigeno non solo più attraverso la pelle, ma imparando piano piano ad utilizzare questi filtri che divennero i principali artefici della loro vita e dell’evoluzione delle varie specie. Al resto ci pensò questo grande mistero chiamato Natura, ovvero l’organismo pluricellulare per eccellenza che comporta l’evoluzione progressiva ed in perfetto equilibrio di tutti i suoi organismi viventi presenti sul pianeta.

Il percorso nel Museo di Storia Naturale a Calci di Pisa, ci porta ad analizzare i vari metodi di sopravvivenza e di riproduzione dei pesci primordiali e di come hanno imparato ad integrarsi nei complessi ecosistemi.

Ma ad alcune forme di pesci (e di molluschi) la vita nel mare non bastava più e si accorsero che c’era altro oltre le onde. Ad oggi non siamo ancora del tutto sicuri di cosa provocò la spinta ad alcuni animali marini di cercare e di curiosare sulla terraferma.

Una causa senza dubbio fu dovuta ad un’ulteriore ricerca di cibo, ma gli scienziati sono quasi certi che non sia l’unica spiegazione.

I dinosauri

Un percorso a parte è dedicato al Mesozoico ed ai dinosauri, coi ritrovamenti fossili alcuni dei quali rinvenuti nelle zone limitrofe che comprendono anche calchi di qualche impronta, zanne affilate ed artigli fossili, indispensabili nelle accurate ricostruzioni basate sugli studi di paleontologia.

Queste ricostruzioni tridimensionali e su pannelli, servono a realizzare rappresentazioni il più veritiere possibili dei tre periodi in cui è suddivisa l’era Mesozoica (Triassico, Giurassico e Cretaceo).

Proprio in questi tre periodi ci fu l’evoluzione dei dinosauri, che comparvero ed occuparono tutti gli ambienti terrestri, suddividendosi in forme terrestri erbivore e carnivore, marine (Ittiosauri) e volanti (Pterosauri), tra i 225 ed i 65 milioni di anni fa. Rilevante che le ricostruzioni preistoriche non comprendano solo i dinosauri, ma anche le varie specie vegetali di quei periodi come le felci, boschi di conifere e di cicadee, nonché la formazione di angiosperme, palme, latifoglie e fiori.

Anche le forme vegetali sono ricostruite fedelmente basandosi sui ritrovamenti fossili. Ma le scenografie ci erudiscono anche sull’interazione (prevalentemente cruenta) di quei giganteschi rettili con altre specie animali che si stavano formando nello stesso periodo dei dinosauri, ovvero i primi mammiferi ed i primi uccelli.

Galleria degli anfibi e dei rettili

Rendendosi conto che serviva un altro tipo di ossigenazione, i pesci modificarono persino i propri apparati respiratori creandosi il sistema polmonare idoneo per mantenersi in vita sulla terra. Il primo anello di questa evoluzione riguarda gli anfibi.

In quasi tutti gli anfibi, la larva è acquatica con pinne e branchie mentre l’adulto è terrestre con quattro arti e polmoni, un sistema talmente complesso da cui il nome, che deriva dal greco e significa “doppia vita”. Il processo evolutivo che portò alcune forme marine a diventare anfibie sulla terra fu talmente specializzato che si formò addirittura durante il processo vitale individuale e quindi nella loro trasformazione da girini ad anfibi completi.

Rospi, rane, tritoni, sono qui esposti come rappresentanti delle oltre 5.000 specie di anfibi presenti sul pianeta, tra i quali ci ha impressionato la Salamandra gigante del Giappone, il più grande anfibio vivente e qui esposto.

Oggigiorno si possono ancora osservare forme di vita che dal mare salgono sulla terraferma, alcuni pesci si spingono persino a salire sugli alberi in cerca di insetti, larve e vermi, oppure a depositare addirittura le loro uova, salvo poi ritornare tra i flutti.

Questi rappresentano sicuramente il passaggio intermedio dell’evoluzione da pesci ad anfibi, ovvero pesci in procinto di sviluppare completamente altre risorse di adattamento formando nuove specie.

La carrellata e la successiva esposizione sui pesci (compresi molluschi, crostacei, meduse, spugne, stelle ed altre forme primitive) e sugli anfibi, è molto ben curata all’interno di due saloni del Museo dedicati proprio a loro.

Museo Storia Naturale Univ. Pisa -Galleria delle ere geologiche

Il desiderio di scoprire sempre più aspetti del complesso evoluzionistico delle specie animali ci entusiasma passo dopo passo e l’itinerario museale è talmente ben costruito da spingerci ad apprendere con sempre maggiore curiosità le scoperte scientifiche, con un’ammirazione quasi mistica verso Madre Natura.

Pensiamo che...

E’ doverosa una piccola premessa: certi animali esposti nei vari locali possono provocare sensazioni di fastidio, tuttavia non bisogna dimenticare che soprattutto nei secoli scorsi l’interesse scientifico doveva passare oltre il ribrezzo, ed in tantissimi casi vivisezioni o tecniche conservative erano gli unici mezzi a disposizione degli scienziati per imparare e conoscere sempre di più.

Giustamente, per la maggior parte di noi oggigiorno questi processi non sono del tutto condivisibili, ma qui in visita al Museo di Storia Naturale cerchiamo tutti quanti di usare esclusivamente il nostro occhio scientifico, perché ciò che siamo e che abbiamo imparato oggi è passato inevitabilmente attraverso questi stadi, con certi esperimenti apparentemente cruenti, in periodi di evoluzione e di grande fermento naturalistico.

Continuando, il percorso si snoda attraversando il settore dedicato ai rettili, ovvero animali vertebrati ma ancora coperti di squame. Anche i rettili sono l’evoluzione di altri gruppi di pesci che hanno modificato il proprio habitat originale per cercare sopravvivenza sulla terraferma.

Pare che il processo di trasformazione da pesce a rettile sia iniziato circa 340 milioni di anni fa, ed in termini morfologici fu una trasmutazione assai complessa e dolorosa, non solo per il passaggio da branchie a polmoni, quanto per la trasformazione di certe pinne in arti e la scomparsa delle altre pinne. Col tempo le scaglie (dei pesci) si trasformarono in squame (dei rettili), di struttura ancora più cornea e resistente sulla terraferma, tuttavia non tutti i pesci fecero comparire gli arti nel loro profondo cambiamento.

Altri pesci nel passaggio alla vita terrena atrofizzarono le proprie pinne sino a farle scomparire del tutto, creando così le specie di rettili striscianti appartenenti alla specie degli ofidi come i serpenti, velenosi e non.

Altre specie con le zampe formate, diedero origine ai dinosauri, all’incirca 230 milioni di anni fa, ma anche ai coccodrilli, alligatori e caimani ed alle tartarughe, che ancora oggi si suddividono in testuggini terrestri e tartarughe marine. Conclude la carrellata la specie dei sauri, che comprende lucertole, gechi, varani, camaleonti ed iguane, tutte formatesi più o meno nello stesso periodo.

Siamo certi che visitando il Museo di Storia Naturale troverete tutte le informazioni necessarie per appagare la vostra sete di curiosità scientifica e potrete approfondire considerevolmente la vostra personale conoscenza.

Continuando, nella vetrina a loro dedicata si possono osservare un coccodrillo del Nilo, un alligatore ed un caimano, lo scheletro di un alligatore del Mississippi ed il cranio di un gaviale del Gange.

Museo Storia Naturale Univ. Pisa - Galleria degli anfibi e dei rettili

Ad una parete è esposto il carapace di una tartaruga liuto, una massiccia corazza cartilaginea con incluse migliaia di piccole ossa poligonali, mentre in una vetrina si può ammirare la comparazione fra una tartaruga marina, una testuggine di palude ed una testuggine terrestre. Di queste ultime ne esistono numerose specie, da quella enorme delle Galapagos alle piccole dei nostri boschi e giardini.

Sala dell’evoluzione degli uccelli

Questo eccezionale percorso naturalistico ci porta inevitabilmente a visitare il mondo degli uccelli: un altro grandioso esempio di evoluzione animale. Infatti tutte le forme di vita volatili sono anch’esse strettamente imparentate con i rettili.

Alcuni di questi rettili infatti “decisero” di scoprire l’ebbrezza del volo, quindi alleggerire la loro densità ossea, ricoprire il corpo di piume, crearsi una coda direzionale, estendere i propri arti anteriori e munire quelli posteriori di artigli ed infine modificare la propria bocca in un robusto rostro osseo.

Questi sono solo i tratti visibili e più riconoscibili anche fra le varie specie, ma dietro alla loro evoluzione ci sarebbe ancora tantissimo da approfondire.

I volatili sono il frutto di una trasformazione globale, possiamo solo immaginare quanti milioni di anni siano serviti per creare quella miriade di animali che volano leggiadri nei nostri cieli. Od anche quelli che decisero, ancor più prossimamente a noi di non volare, come le galline, struzzi, pinguini…. Il padiglione dedicato agli uccelli spiega in modo esplicativo quei passaggi a cui abbiamo adesso accennato.

Successivamente prosegue con la visione di innumerevoli specie di uccelli, ricostruiti con la tecnica della tassidermia, suddivisi per specie, volatili e non; per finire con le specie estinte come il dodo, ricostruiti con tecniche più moderne, basate su tutte le informazioni scientifiche che si hanno a disposizione.

Galleria dei mammiferi

Adesso ci apprestiamo a salire una suggestiva scalinata per raggiungere gli immensi padiglioni vetrati in cui sono ospitati centinaia di mammiferi.

Ma ciò che rende suggestiva la scalinata è il fatto che proprio lungo il percorso, su entrambi i lati, si trovano interessanti pannelli che trattano dell’evoluzione dei mammiferi, con una ricostruzione tassidermica di colui che dovrebbe essere stato il primordiale mammifero presente sulla terra: il Megazostrodon, una specie di ratto che, pare, abbia dato origine a tutti i mammiferi oggi presenti, dal mustiolo (2 grammi di peso), alla balenottera azzurra (150 tonnellate.. all’incirca).

I numerosi resti fossili di questo mammifero hanno rilevato che esso aveva le ghiandole mammarie, la pelliccia e che avesse sangue caldo. Infatti le due principali caratteristiche che separano i mammiferi dalle altre forme animali sono l’omeotermia, ovvero la condizione caratteristica di mantenere costante la propria temperatura corporea; e la viviparità, ovvero la capacità di riproduzione embrionale dentro l’organismo materno e la cura della prole con la conseguente capacità parentale dell’allattamento.

Ma l’origine dei mammiferi, come ci ricordano i pannelli, è dovuta anche ai cosiddetti rettilioformi ancestrali come il pelycosauro, ovvero rettili completi di zampe che si affrancarono dal mare per cominciare l’avventura sulla terraferma.

Il cammino dell’evoluzione dei mammiferi ebbe origine nel Paleozoico, specificatamente nel Carbonifero, ovvero fra 360 e 300 milioni di anni or sono. Con il resoconto preistorico si passa direttamente all’era Cenozoica, compresa fra i 65 ed i 2 milioni di anni ed in questo lunghissimo periodo i mammiferi si diffusero in innumerevoli varietà, specializzate a seconda del proprio habitat di elezione. Presero via via il posto lasciato dai grandi dinosauri, i quali finirono il loro declino e la successiva estinzione proprio all’inizio del Cenozoico.

E’ da questo preciso momento che i mammiferi si fanno coraggio, aumentando in specie, in dimensioni e peso, anche crescendo in forme gigantesche, sia terrestri che marine.

Al termine dello scalone due vastissime sale occupano ciascuna centinaia di mammiferi. Partendo dall’area dedicata ai Primati, volgarmente definiti scimmie, si possono osservare moltissimi esempi di rappresentanti di questo stranissimo mondo, tra cui proscimmie come i lemuri con le loro lunghe code prensili ed il viso allungato, altri cercopitechi, ilobati ed ominidi, di cui ammiriamo notevoli esemplari come scimpanzè, oranghi, gorilla, macachi, babbuini.

Sala dell’evoluzione dell’Uomo

Essendo questi i mammiferi più vicini all’uomo, nel Museo di Storia Naturale non poteva mancare un allestimento che spiegasse l’origine della specie umana e la sua evoluzione.

Il primo Uomo è stato homo hergaster, che dette origine al più famoso homo habilis, venuto dall’Africa circa 2 milioni di anni fa ed ancora molto simile all’australopiteco, definito già essere umano per la capacità di utilizzare le mani per manipolare strumenti per la caccia.

Questa forma primitiva nel giro di 200 mila anni si suddivise nelle prime due classi umane della storia umana dell’evoluzione: homo neanderthalensis ed homo erectus, quest’ultimo così chiamato perché si riteneva erroneamente che fosse stata la prima specie ad assumere la posizione eretta, mentre oggigiorno sappiamo bene che entrambe le specie avevano assunto precedentemente l’attuale postura ed imparato i primi rudimenti per migliorare la propria esistenza.

Entrambe queste specie infatti ebbero una capacità intellettiva molto più sviluppata rispetto ai predecessori, testimoniata da un sempre maggiore sviluppo della tecnologia. Da qui in avanti la crescita evoluzionistica del genere Uomo crebbe in modo esponenziale, sempre più velocemente, distaccandosi sempre più dai suoi fratelli Primati.

Sala dei plantigradi

Proseguendo, si può incrociare il locale detto dei plantigradi, in cui sono esposti l’orso bruno, il baribal, grizzly, orso tibetano, orso polare, orso dagli occhiali,l’orso siberiano ed il nostro orso marsicano, che popola prevalentemente i parchi del Gran Sasso e della Maiella, che attraverso gli appennini si è tuttavia spinto fino sulla catena delle Alpi.

Quasi 5500 specie di mammiferi esposti al Museo di Storia Naturale a Calci di Pisa

Qui al Museo di Storia Naturale, i mammiferi ne sono esposti a centinaia e non è possibile elencarli tutti.
Però, per comprendere l’estensione delle varie specie nel nostro pianeta ci può venire in aiuto il grafico della classificazione di Wilson e Reeder del 2005: 5416 specie totali.

Da esso si nota che oltre il 70% delle specie sono rappresentate dagli ordini dei Rodentia (roditori: comprendente circa il 43% delle specie totali di mammiferi attualmente esistenti ), dei Chiroptera (pipistrelli, che occupano il 20% delle specie di mammiferi) e Soricomorfi (toporagni, ricci, talpe…, con l’ 10% delle specie).

Seguono i Primati (tra cui l’Uomo, col 9%), i Carnivori (circa il 10% suddivisi in canidi e felidi, dei primi il cane, il lupo, volpi, licaoni, l’orso, i mustelidi, le foche….; dei secondi ne fanno parte gatti, leoni, tigri, leopardi, giaguari, ghepardi, iene, manguste ecc…).

Di moltissime specie possiamo ammirarne gli esemplari nel loro pieno sviluppo, ricordandoci sempre che stiamo visitando un museo di Scienze Naturali e che i soggetti esposti sono frutto di oltre duecento anni di ricerche, pertanto non vi è nulla di cruento fra queste sale ma solo una maggiore ed emozionante scoperta del mondo che ci circonda e dei suoi innumerevoli abitanti.

Galleria dei cetacei

Si sale infine all’ultimo piano, illuminato da imponenti vetrate a tutt’altezza per ammirare le strutture dei Mammiferi marini detti Cetacei.

Balena franca, Capodoglio, Delfino, Tursiope, Zifio, Balenottera azzurra, Megattera, Orca, Balenottera comune, Narvalo, Beluga, più o meno sono tutti presenti con le loro possenti strutture scheletriche.

Un pannello ci mostra la distinzione fra due specie di cetacei: Misticeti, con totale mancanza di denti sostituiti dai fanoni, un sistema fatto di cheratina evoluto per filtrare i minuscoli organismi zooplanktonici ed il krill, che le balene ingeriscono in grandi quantità; e Odontoceti, provvisti di dentizione di cui fanno parte ad esempio capodogli, delfini ed orche.

Si resta a bocca aperta ammirando le mastodontiche dimensioni di questi giganti del mare, di sicuro i più grandi esemplari del pianeta, a quanto pare anch’essi nati dai primi artiodattili e successivamente adattatisi nuovamente alla vita marina nel corso di milioni di anni.

Infatti della loro origine terrestre è ancora presente l’apparato respiratorio costituito dai polmoni, mentre invece gli arti anteriori sono mutati dando forma alle pinne e gli arti posteriori addirittura scomparsi a vantaggio di una enorme coda.

Concludiamo qui il nostro affascinante viaggio al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa a Calci, sperando di aver solleticato il vostro interesse e la vostra curiosità, ben sapendo tuttavia che queste parole non renderanno affatto giustizia alla emozionante bellezza di una vostra visita personale.

Per maggiori informazioni su orari, tariffe ed esposizioni puoi visitare il sito ufficiale del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa cliccando questo link.

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